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Se io avreiFilosofia dell'analfabetismo contemporaneo
“Un popolo comincia a corrompersi quando si corrompe la sua grammatica e la sua lingua”[1].
“Nominare male le cose è partecipare all’infelicità del mondo”[2].
[1] O. Paz, [1974].
[2] A. Camus, [2017].
“Le parole non ci legano solo al passato, non ci sono preziose solo nel presente. Ci aprono anche porte verso il futuro. Il futuro più immediato impegna la memoria a breve termine per consentirci di finire la frase che abbiamo cominciato o per capire, come spesso è necessario, dove e come vanno a finire le frasi altrui. Ma anche il futuro più lontano entra in gioco attraverso le parole e la memoria a lungo termine. Nelle e con le parole di cui disponiamo prendono corpo istruzioni per azioni successive, ordini, progetti, programmi, prescrizioni”[1].
[1] T. de Mauro, [2015], Cap. I.

vecchiaia, cosa aspettarci
È un bene che nel discorso pubblico trovino spazio temi di profondo spessore etico e che ci si soffermi a riflettere su ciò che sta rapidamente cambiando e che condiziona ogni risvolto intimo e sociale della nostra esistenza: il confine tra la vita e la morte. Questo confine si va spostando e, insieme, si va smarrendo; la potenza delle biotecnologie e il progresso della scienza medica intervengono sui tempi e le forme della nascita e della malattia, della sofferenza e del fine vita; […] ‟difendere la vita”. Ma quale vita? Esiste un confine tra un’esistenza umana e una condizione ‟vegetativa” in cui l’incapacità di coscienza e di relazione, di comunicazione e di autodeterminazione faccia, dell’essere in vita, una esperienza insostenibile.
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