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Seconda edizione di Psyche

Immergiti in un viaggio attraverso i secoli alla scoperta dell'anima umana, un argomento tanto antico quanto affascinante. Da Platone a Jung, il dibattito sulla natura dell'anima ha attraversato epoche e filosofie, plasmando il nostro modo di comprendere l'esistenza stessa.
Straordinario che Freud non abbia quasi mai usato la parola “psiche”, bensì al suo posto la parola “anima” (die Seele), probabilmente proprio per la sua grande conoscenza dei testi antichi. Straordinario che in tutta la Bibbia la parola “anima” non compare mai, proprio non esiste. Straordinario che i Greci (Platone in prima fila) abbiano concepito non solo un’anima dell’uomo, ma anche un’anima del mondo. Tutta la storia dell’anima è stata straordinaria, ed essa può indicarci cosa nel tempo è andato perduto e cosa deve essere riconquistato.
Un viaggio straordinario attraverso la storia e la filosofia, che ci invita a riflettere su ciò che siamo stati, su ciò che siamo, e su ciò che possiamo ancora diventare. Un invito in particolare per gli psicologi, che confondono ancora la psiche con l’Io, il quale ultimo non è una sostanza eterna, ma ha solo tre secoli di vita.

Data pubblicazione 11 Marzo 2024                                                              CLICK QUI PER ORDINARLO

Tipo: Pubblicazione cartacea
ISBN: 9791222734200
Stato: In commercio
Prezzo: € 24,90
Categoria
FILOSOFIA / Storia e Studi / Antichi e Classici
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Se io avrei
Filosofia dell'analfabetismo contemporaneo

Nuovo
Nel nostro secolo Heidegger osserva che il tessuto cognitivo della comprensione media crede di essere in grado di capire ogni cosa, proprio perché nessuna cosa è stata realmente compresa. Elusa la complessità, quale destino ci attende quando il tessuto del linguaggio, la nostra guida nel labirinto della vita, inizia a disfarsi? Non solo non comprendiamo: il “tempo della povertà estrema” ci impedisce di avere coscienza del nostro non comprendere.

 In questo intrigante percorso filosofico, esploriamo l'essenza dell'alfabeto, dove un antico detto greco ci suggerisce che “l'alfabeto della parola e della vita sono un’unica entità”. Qui, le parole non sono solamente strumenti di significato, ma plasmano la realtà stessa. Attraverso una prospettiva critica, analizziamo la società contemporanea, dove la cultura dell'intrattenimento e dell'immagine sembrano disimpegnare aree cerebrali decisive, cedendo il passo all'erosione del linguaggio e, di conseguenza, del pensiero. Le filosofie analitiche si rivelano inadeguate nel risolvere questa complessa situazione. Emergiamo da questa riflessione con la consapevolezza di una verità inquietante: il nostro pensiero è imprigionato nella rete delle parole che tessiamo, poiché non possiamo pensare al di là delle parole che possediamo. “Se io avrei” invita a esplorare le profondità del linguaggio e a sfidare le convenzioni della nostra epoca. Un'analisi audace che illumina la danza intima tra pensiero e parola, aprendo la strada a una nuova comprensione della nostra esistenza.
ISBN 979-12-80786-51-7 per Plusplas Edizioni



vecchiaia, cosa aspettarci

Il problema deve interessarci non fosse che per i numeri: sorprendentemente, nel nostro paese, la popolazione oltre i 65 anni ha raggiunto, all’inizio di quest’anno, la notevole cifra di 14 milioni e 46 mila individui, costituendo il 23,8% della popolazione totale, con un’età media di 46,2 anni. Scienza e tecnica hanno aumentato considerevolmente le aspettative di vita. Ma quale vita?

 È un bene che nel discorso pubblico trovino spazio temi di profondo spessore etico e che ci si soffermi a riflettere su ciò che sta rapidamente cambiando e che condiziona ogni risvolto intimo e sociale della nostra esistenza: il confine tra la vita e la morte. Questo confine si va spostando e, insieme, si va smarrendo; la potenza delle biotecnologie e il progresso della scienza medica intervengono sui tempi e le forme della nascita e della malattia, della sofferenza e del fine vita; […] ‟difendere la vita”. Ma quale vita? Esiste un confine tra un’esistenza umana e una condizione ‟vegetativa” in cui l’incapacità di coscienza e di relazione, di comunicazione e di autodeterminazione faccia, dell’essere in vita, una esperienza insostenibile.

pagine 153, note bilbiografiche 249, bibliografie n. 137
ISBN 979-12-22718-53-8



ascolta una breve presentazione in MP3 


eSSERE E CAMPO (La tribù contactless)

Il nostro mondo, intricato nella tela della modernità, si svela in tutta la sua complessità nelle pagine avvincenti di “Essere e campo” (un motteggio di “Essere e tempo” di Heidegger, ovviamente). Il volume ci getta in un vortice di riflessioni, invitandoci a esplorare il labirinto delle nostre rimozioni, a confrontarci con la storia perduta nel flusso frenetico del presente.
L'autore ci conduce attraverso il cumulo di “esoneri” che caratterizza la nostra epoca, facendoci toccare con mano la fragilità della nostra percezione della realtà. Mentre brandiamo orgogliosamente il nostro ultimo “smartphone”, ci rendiamo conto che la modernità, al di là delle superfici lucenti, non può cancellare la nostra millenaria storia, né spezzare i legami che ci uniscono al passato.
Ma “Essere e campo” va oltre la semplice analisi del presente; si addentra nell'animo umano, svelando la contraddizione di una società tecnologicamente avanzata, ma emotivamente ancorata all'antico. La psiche emerge come l'antagonista implacabile dell'oblio, custode dei sentimenti che persistono indomiti nel cuore dell'uomo moderno. In questo viaggio, l'autore ci invita a esplorare le profondità della nostra umanità, a sondare il terreno fertile dei sentimenti sepolti sotto strati di innovazione. “Essere e campo” non è solo un libro, ma un invito a scrutare dentro di noi, a riscoprire la nostra essenza in un'era che, se da un lato ci rende spaventosamente moderni, dall'altro ci obbliga a confrontarci con la nostra eterna “antichità” emotiva.
Attraverso uno stile narrativo coinvolgente e una visione acuta della società contemporanea, “Essere e campo” si rivela come un compagno di viaggio imprescindibile per chiunque desideri comprendere la complessità del nostro tempo. Un'opera che non solo stimola la mente, ma anche il cuore, invitandoci a riflettere su chi siamo veramente e su come possiamo riappropriarci della nostra storia senza rinunciare alla modernità.


Ci crediamo spaventosamente moderni, e in effetti lo siamo, ma viviamo anche di rimozioni perpetue per poterci pensare tali. Il cumulo di questi “esoneri” è ormai così vasto che la realtà sta venendo meno. Se orgogliosamente disponiamo dell’ultimo modello di “smartphone”, il nostro essere rimane muto e immemore della nostra lunga storia di cui abbiamo perduto anche i contorni. Ma l’oblio non ha tenuto conto di un suo grande nemico: la psiche.


Uscito a NOVEMBRE 2023 per Pluriversum Edizioni (ISBN 979-12-80786-94-4 )
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Ascolta le pagine iniziali (Text to speech)

Uscito il 9 agosto 2023




Noi non moriamo per disgrazia, ma viviamo per miracolo, perché il male è una questione antropologica e non scientifica; tant’é che i processi biochimici ci dicono come ci si ammala, ma non perché ci si ammala. Per questo, prima dell’avvento della scienza, quando l’uomo non era portatore di una patologia, ma di una biografia, la malattia aveva un valore iniziatico, e non esisteva un capitale biologico da custodire come prolungamento quantitativo di esistenza.
La medicina è nata prestigiosa, la medicina non è diventata scientifica, ma è nata scientifica, grazie ad un’operazione di empietà, come sarebbe avvenuto molto più tardi con il caso Copernico e il caso Charles Darwin. La medicina introduce un tempo lineare, progressivo, con un passato, un presente e un futuro: chiama il passato anamnesi, il presente terapia e il futuro prognosi, e così istituisce una struttura che diventa metafora della storia: la triade “malattia – cura - guarigione” soppianta il ciclo mitico e religioso di “male - redenzione - salvezza”. La medicina diventa metafora del sapere. Ma se è vero che "Non c’è pensiero scientifico senza rimozione", cosa ha rimosso la medicina?

ISBN 979-12-21493-14-6, 181 pagine, 318 note, 175 riferimenti bibliografici
Nel sito in cui puoi ordinarlo puoi anche leggere un'anteprima.


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Migrare
(Uscito a giugno 2023)

Un popolo in fuga oggi non fonda più una città, ma un campo. Gli antichi, paradossalmente, erano più preparati di noi. Roma è stata fondata da Enea, il fuggiasco di Troia. Oggi finirebbe in un hot-spot. Baudrillard scrive che “Il desiderio di raggiungere un’Europa che sia come il Paese delle Meraviglie di Alice nell’immaginario degli emigranti, come risultato delle comunicazioni attraverso i simulacri, e di raggiungere un’Europa che è completamente l’opposto di quella immaginata, nasconde infatti il fatto che l’Europa idealizzata e il processo di migrazione è un universo di simulazione e non appartiene alla realtà”. Infatti la Disneyland che è l’Europa si autocertifica così: “mi desiderano, dunque sono”. In realtà l’Europa non è, o non è più. La “terra della sera” (Abendlande) è giunta al suo epilogo, e lo sa, tant’è che deve vivere assediata.
L’Europa, come fonte di migrazione, come la conosciamo, è di fatto scomparsa, le migrazioni verso culture diverse non sono più possibili poiché le culture sono diventate omogenee come tutto il resto, cioè l’interno e l’esterno della Caverna sono uguali. L’omogeneità voluta dalla globalizzazione (o glebalizzazione), rendendo tutto uguale, rende impossibile lo scambio che nasce solo dall’incontro tra le diversità. E senza scambio, da almeno un secolo, non nascono più geni.   

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La Cerimonia Di Premiazione Di Questo Volume Si è tenuta Il Pomeriggio Di Sabato 27 Maggio Presso I Giardini Del Torrione Di Anguillara Sabazia (Rm)


Favole - Saggio per un'interpretazione psicoanalitica

Uscito il 20 marzo 2023


“É opinione comune che le fiabe siano pensate per i bambini, ma questo rappresenta un errore di valutazione e comprensione del fenomeno”.
“Di queste fiabe non intendiamo fare l’apologia: a loro difesa parla la loro esistenza pura e semplice. Ciò che in modo così vario e sempre rinnovato procura godimento, commuove e ammae­stra, porta in sé la propria necessità e proviene sicuramente da quella eterna sorgente la cui rugiada bagna ogni forma di vita…”. [La fiaba è] “una spiegazione generale della vita; il catalogo dei destini che possono darsi a un uomo e una donna, soprattutto per la parte di vita che è il farsi un destino: la giovinezza, che poi vede la sua conferma nella maturità e nella vecchiaia”. “Non sorprende che la psicoanalisi confermi il nostro riconoscimento del posto importante che le fiabe popolari hanno acquisito nella vita psichica dei nostri figli”.

“La fiaba è il luogo di tutte le ipotesi.”, dice Rodari. Infatti il campo di lavoro della fiaba e della favola è prelogico, in qualche caso anche pre-umano. È una rappresentazione teatrale che avviene nell’interiorità della coscienza, uno psicodramma silenzioso. La fiaba possiede infatti la funzione di esibire una serie di motivi archetipici al di fuori del suo oggetto, e quindi di palesarli davanti alla coscienza, affinché possano essere, per così dire, rimessi in gioco. Qui troveremo tutti i temi illustrati dalle favole: tradimento, menzogna, innamoramento, omicidio, castrazione, paura, tutte le sfide che il bambino dovrà affrontare nella vita adulta grazie a modelli; figurazioni metafisiche fornite dalla favola per accompagnare e sostenere l’elaborazione del vissuto e senza le quali c’è solo l’abbandono ad un’esistenza mancata. Invero l’inibizione dei sentimenti, che la favola espone e veicola, suggerisce al bambino che è da vergognarsi a provarli, e questo è devastante per la sua vita psichica.


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